2002

PURGATORIO

(Lift Gallery di Firenze)

Installazione
Graffiti su specchio

Luoghi espositivi
Ascensore condominiale (via Torcicicoda, 115/1 Firenze / Internet : www.liftgallery.it / Vallecchi BZF (Via Panicale 61r Firenze)

Nota Critica
La messa in crisi dei concetti tradizionali di spazio e tempo è espressa dall’artista attraverso l’antico poema dantesco, rappresentato con linguaggi contemporanei al contempo poetico-ironico-tragici.
Il luogo angusto dell’ascensore condominiale come scelta di luogo espositivo eletto a galleria d’arte diventa determinante, insieme alla contrapposizione della stessa con Internet (divulgatore di Performance Segrete).
Nel tempo di confine tra due giorni (la mezzanotte) un uomo nudo (l’autore stesso) dipinto di rosso (simbolo maschile e del fuoco), entrerà nell’ascensore condominiale per compiere un rito di passaggio: innalzarsi ad un piano più alto.

Dal piano terra si giungerà all’ultimo piano, alludente al Paradiso. La “Volgarità” dell’ascensore, il suo quotidiano uso pratico e funzionale alla vita delle famiglie, la sua promiscuità (luogo intimo e pubblico) aiutano a tessere i sensi di quest’opera di rivisitazione del mito ascensionale dell’anima.

La Commedia di Dante è stata scritta in Volgare e non in Latino, voleva aprirsi ad un pubblico più vasto e inaugurare una nuova maniera di scrivere: lo Stil Novo; dunque la scelta di un luogo povero, “mediocre” come l’ascensore condominiale è l’affermazione di una ricerca all’interno della “Volgarità”.

Non un Tempio dalle pareti d’oro, non un museo istituzionale, né una galleria d’arte dove l’inaugurazione è occasione mondana, ma l’intimità pubblica di un viaggio domestico, esistenziale; rivisitazione profonda degli archetipi della vita quotidiana, fatta di segni che a volte ci sfuggono nella loro implicazione con la storia della nostra cultura.

Testo
Pietro Gaglianò

Foto
Gabriele Pellegrini

Video notte 10 Novembre

Video notte 13 Novembre

Video notte 11 Novembre

Video notte 14 Novembre

Video notte 12 Novembre

Video notte 15 Novembre

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DEI VIAGGI DELLA MENTE E DI ALTRI DISASTRI

Lift Gallery

Pietro Gallianò

E’ l’anno 1274 quando, nel corso del 14°Concilio Ecumenico, presente e consenziente Gregorio X, a Lione viene formulato il dogma del Purgatorio.
Nel 1312, o giù di lì, Dante Alighieri ospite della corte scaligera, compie la seconda cantica della sua Commedia e la seconda tappa del suo viaggio disponendosi, infine, puro e disposto a salir le stelle.
Nel tardo autunno del 2002 la montagna dalle sette balze viene parafrasata in un condominio di periferia. Un artista vagamente iconoclasta calca l’orme del sommo poeta. L’iter mentis in Deum viene compiuto in ascensore.

L’incontro di Lorenzo Pizzanelli con il testo di Dante era inevitabile. Anni di inchiesta interiore intorno al ruolo dell’artista dopo le catastrofi (nel senso letterale: torno a capo) delle avanguardie del Novecento; provocazioni pubbliche e semiprivate sulla legittimità delle possibili locazioni (dal museo alla galleria) dell’opera d’arte; la contestazione di quest’ultima nella sua cristallizzazione in icona; tutto questo porta al Purgatorio (ed è già qualcosa), al confronto con la prosa eidetica della Divina Commedia e all’esercizio semiserio di stile su alcune delle sue possibili applicazioni.

L’ascensione meccanizzata di Lorenzo alle superne rote provoca, volontariamente, una sequenza di deflagrazioni che frastagliano l’identità dell’Artista. Quando Pizzanelli entra nell’ascensore per installare una delle sette immagini ispirate ai canti del Purgatorio si attivano diverse personalità artistiche: il pittore, assolutamente figurativo e “narrativo”, che realizza i graffiti su specchio; il performer, che si alterna nella doppia identità di Dante e Beatrice e compie fisicamente il viaggio; ancora, il fotografo, il cameraman e tutti i tecnici che forniscono un contributo creativo all’opera finale.

Nelle forme dell’improbabile ermafrodito che sbarca sul Paradiso Terrestre nell’ultimo episodio si precisa il fil rouge della ricerca di Pizzanelli: un attentato all’autore anziché all’opera.
L’artista, bianco e purificato come si conviene a una vittima sacrificale, si carica delle colpe di oltre un secolo di mercificazione dell’arte e azzarda l’ultimo viaggio per riappropriarsi del gesto artistico o, al contrario, annullarsi nel tentativo di farlo.
La scena di questo sommo agone è, come è noto, un ascensore condominiale, un ambiente di consumata quotidianità trasformato in luogo di mimesi, atelier creativo e galleria d’arte. Tutta l’azione avviene quanto più possibile al di fuori degli spazi consacrati: ancora una volta si avverte una certa vis polemica diretta nei confronti delle schiere di “insubordinati” del secolo scorso che sono tutti, alla fine, confluiti nelle gallerie e nei musei.

Pizzanelli esce anche dalla Lift Gallery, si materializza e approda in un non luogo, nell’astrazione numerica dell’arte digitale.
Qui il progetto artistico di Pizzanelli assume una direzione inaspettata: da proposta iconoclasta ed irriverente si muta in denuncia nei confronti di una prospettiva critica che vuole la dimensione creativa in ogni attività e in ogni individuo (con buona pace di Beyus).

L’artista, sia esso pittore, performer o fotografo, recupera l’antico ruolo di pontifex ed è l’unico a dare legittimità artistica al pensiero, al gesto, all’opera.

LEGGI ALTRA CRITICA SU PURGATORIO

Un vecchio ascensore condominiale trasformato in galleria d’arte contemporanea? Può succedere anche questo, quando c’è di mezzo il vulcanico Lorenzo Pizzanelli già ideatore del mitico “Museo Trans-Unto”. Seconda mostra nella sede fiorentina della “Lift Gallery”, allestita in un normalissimo ascensore “Purgatorio” è il titolo della performance di un artista che vuole mettere in crisi i concetti di spazio e tempo citando Dante. La performance è anche on-line (www,liftgallery.it) le opere (graffiti su specchio) restano però visibili soprattutto dal vivo nell’ascensore stesso, che mantiene il suo uso durante tutta la mostra.

Da City Firenze – anno 2 n° 201 giovedì 14 novembre 2002

I futuristi avrebbero di certo apprezzato l’originalità e l’immediatezza espressiva dell’installazione presentata domenica sera allo spazio BZF di via Panicale. L’ex tipografia Vallecchi infatti, ha ospitato Lorenzo Pizzanelli per un’anteprima della sua nuova performance. Si tratta di graffiti su specchio installati nell’ascensore del condominio di via Torcicoda 115/1. Il palazzo, sede del museo Trans-Unto, ha ospitato per 5 notti e continuerà per altre 2, un minuto prima della mezzanotte, ma solo su internet all’indirizzo www.liftgallery.it, “Purgatorio”, una rappresentazione del giovane artista fiorentino su testi critici di Pietro Gallianò e con la collaborazione della Lift Gallery di Roma. L’ascensore (Lift in inglese) oltre a rappresentare la sede dove vengono esposte le opere, cioè i graffiti su specchio di Pizzanelli, ha un ruolo primario ricco di significati nella performance. Principalmente esso costituisce la metafora dell’ascesa dall’inferno verso il paradiso, di un rito di passaggio verso un piano più alto. La “volgarità” di un ascensore condominiale. La sua promiscuità di luogo intimo e pubblico così come è stato presentato, riprendono volutamente la scelta dantesca di scrivere in volgare anziché in latino: “Non un Tempio dalle pareti d’oro, ma l’intimità pubblica di un viaggio domestico, esistenziale; rivisitazione profonda degli archetipi della vita quotidiana, fatta di segni che a volte ci sfuggono nella loro implicazione con la storia della nostra cultura”. L’orario invece, la mezzanotte, oltre che l’unica possibilità di utilizzare l’ascensore senza intralciare i condomini, rappresenta il tempo di confine tra due giorni. L’autore sarà a sua volta nudo con il corpo interamente dipinto di rosso, simboli maschili e di fuoco. Oltre le due restanti performance, i graffiti su specchio rimarranno visibili fino alla fine settimana, nell’ascensore-galleria d’arte (Lift gallery di Firenze), che manterrà il proprio utilizzo inalterato per i condomini.

Da Metropoli Firenze – Anno ll n° 41- Venerdì 15 novembre 2002.

Un ascensore condominiale trasformato in galleria d’arte? Può succedere anche questo. Si tratta dell’ascensore del museo Trans-Unto di via Torcicoda, 115/1 dove domenica prossima un minuto prima della mezzanotte s’inaugurerà la nuova mostra-performance Purgatorio: una metafora del riscatto, una rivisitazione del mito ascensionale dell’anima attraverso una nuova maniera di comunicare, l’ascensore appunto, un mezzo promiscuo, “Volgare” come il linguaggio usato da Dante. Un’idea di Lorenzo Pizzanelli su testi critici di Pietro Gallianò. Il giovane artista fiorentino presenterà l’evento sempre domenica ma alle ore 21,30, nello spazio espositivo Bzf dell’antica tipografia Vallecchi in via Panicale 61: un luogo consacrato alla creatività e all’originalità dai futuristi in poi. Pizzanelli probabilmente racconterà come nasce una mostra della Lift gallery, ma la performance vera e propria però sarà visibile soltanto on line, in diretta sul sito www.liftgallery.it. L’associazione culturale di via Torcicoda, a Roma, dal marzo 2002 inaugurata anche a Firenze con la mostra della danese Rikke Hostrup, ha curato l’evento con lo stile al quale ci ha abituato.
Le loro installazioni infatti “di regola alla presenza del pubblico, si trasformano in una festa, tra vernissage e sagra di paese che impegna in prima persona gli abitanti del condominio”.

Da Metropoli Firenze– Anno ll n°40 -Venerdì 8 novembre 2002

Mercoledì 13 novembre 2002. Lift gallery nasce da un’idea di cinque condòmini di un palazzo romano, che hanno trasformato per una settimana il loro ascensore uno spazio espositivo. Tu ti sei offerto di riproporre l’operazione a Firenze. Perché sei rimasto affascinato dall’idea?
Perché l’ascensore è un contesto, in cui si può intervenire modificandone la percezione comune. Lift gallery è un’operazione che si inserisce bene nel mio pensiero; si ricollega al Museo Trans-Unto, che si trova appunto nello stesso palazzo. Nel museo la guida Fu-Turista è l’autore, il vero artista, perché suggerisce una chiave di lettura. Nell’ascensore, secondo un meccanismo simile, io lavoro all’interno del luogo facendone notare aspetti e valenza che sfuggono a chi ne usa semplicemente le funzionalità. Punto l’accento sulle implicazioni del movimento intermittente dell’alto verso il basso e viceversa.
Il moto ascensionale della Lift Gallery diventa metafora di un percorso iniziatico?
Sì, non a caso il titolo della mia performance è Purgatorio. La Divina Commedia, offre lo spunto per un nuovo viaggio in un luogo fuori dal tempo e dallo spazio. Ho rivestito il pavimento di specchi, per suggerire l’immaterialità. L’elemento ascensore si sdoppia tra visibilità e invisibilità. Quando sarò solo al suo interno, non potrà osservarmi nessuno. Ogni notte, tra il 10 e il 17 novembre, entrerò nell’ascensore condominiale in via Torcicoda 115/1 ed appenderò alle pareti uno dei 7 specchi graffiti che ho realizzato appositamente. Rappresentano scene tratte dalla seconda cantica, accompagnate dalla citazione dei versi relativi. Ogni specchio è una tappa dell’itinerario della crescita interiore. La mia performance consisterà nell’appendere i quadri; sarò nudo, dipinto una notte di blu ed una di rosso. Blu – donna – Beatrice: etereo, con i seni. Rosso – uomo – Dante: terreno, naturale. L’ultima sera, avverrà l’agognato incontro tra le due figure. Diventerò bianco ed ermafrodito. Una fusione. Solo in quel momento, l’ascensore sarà coperto di tutte e sette gli specchi.
Se la performance avverrà dentro l’ascensore, come farà il pubblico a vederla?
Questo è il nodo della questione. Una telecamera filmerà dall’alto l’intera azione, che sarà trasmessa in internet ogni notte a mezzanotte meno un minuto. La mia è una performance segreta, con un richiamo a Nam June Paik. Avviene in un luogo-non luogo e si può vedere solo nello spazio evanescente ed immateriale della rete. C’è l’ascensione anche in questo senso: la performance artistica sale ad una visibilità altra ed eterea.
Durante la settimana dal 10 al 17 novembre, in cui si svolgerà Lift Gallery, l’ascensore sarà utilizzabile dai condòmini?
Certo. Potranno così vedere l’opera crescere ogni giorno, col moltiplicarsi degli specchi blu graffiti. L’aggiunta di un tassello alla volta con un intervallo costante di 24 ore mi permette di creare un ritmo non solo spaziale, ma anche temporale. E’ fondamentale per il mio lavoro. Faccio sempre molta attenzione alle date delle mie performance, al loro significato simbolico. In questo caso sono vicino alla sensibilità di Dante.
Con Lift Gallery, l’arte si allontana dalla galleria tradizionale ed entra nel quotidiano dei condomini?
Sì, anche se la mia performance non ricalca affatto un atto ripetuto quotidianamente dai condòmini. E’ qualcosa di eccezionale, realizzato però in un luogo vissuto dalla gente. Non nel museo tradizionale, che rischia di pietrificare e banalizzare l’arte per un pubblico di turisti.

Da ExibArt -galleria /alfonso artiac – notizia 5895 – del 13/11/2002

Il maxi-dipinto appeso su un’impalcatura. La performance in ascensore. E la mostra allestita in una toiletta. Per chi è stanco della solita art gallery ecco i nuovi non-luoghi da esposizione.

PARCHEGGI SOTTERRANEI, STAZIONI del metrò, ma anche angoli di cottura, tram, ascensori. Sono questi i nuovi spazi dedicati all’arte contemporanea. Così capita d partecipare a vernissage nel saliscendi della Lift Gallery, la prima galleria-ascensore nata a Roma. Oppure di parcheggiare alle Terme di Merano e imbattersi in un museo in cui gli artisti hanno disposto opere-ostacolo che disorientano i malcapitati.

D’altro canto, chi frequenta il metrò di Napoli si sarà già accorto di come i suoi sotterranei siano costellati di opere d’arte, mentre a Milano, per tutto novembre, alcuni tram Atm sono stati rivestiti di disegni di Alessandra Iaia Filiberti. Sono le strisce di Pepita, fumetto-icona del milanese medio alle prese col traffico, orari folli e capi ufficio da dimenticare.
Per i più pantofolai, poi c’è la fiorentina home gallery di Lorenzo Pizzanelli: Trans Unto. Il padrone di casa, direttore nonché sciamano, accoglie con pistacchi, fritto misto, performance e mirabolanti interpretazioni di storia dell’arte. E oltremanica le tendenza supera ogni limite.
A Londra, infatti, ha aperto la prima toilet gallery. Ricordando Duchamp…

Da GULIVER-METROPOLIS SPAZI CREATIVI – Anno X n° 12/2003 – Dicembre-Gennaio.

Dall’11 al 19 novembre tornano le mostre del Museo Trans-Unto di Lift Gallery, in via Torcicoda 115/1, a Firenze, opere di Lorenzo Pizzanelli, che presenta “Purgatorio”, con testo di Pietro Gallianò. L’autore sarà presente ogni giorno dalle 18.00 alle 19,30. Inaugurazione on-line domenica 10 novembre alle 23,59 sul sito liftgallery.it.

Da Edison Square – Mensile delle Librerie Giubbe Rosse Magazine. Anno ll – n° 18 Novembre 2002