1997
ANNA BOLENA
(Installazione interattiva)
Struttura
Calco in gesso (immerso nel lattice colorato) di una testa, alla base del collo proiezione video di corde vocali e laringe, paglia e cesto di vimini con all’interno: proiettore video (serve per la proiezione alla base del collo), casse audio, riproduttore stereo autoreverse contenente nastro magnetico (registrazione dall’opera “Anna Bolena” di Gaetano Donizetti) microfono con interfaccia interattivo e temporizzatore. All’esterno del cesto: giraffa e microfono, lettore video autoreverse.
Interazione
Parlando o producendo suoni vicino al microfono si accendono contemporaneamente l’audio (voce di soprano) e il video (alla base del collo). Il timer stabilisce una durata di accensione di circa 10–15 secondi. L’interazione può essere ripetuta all’infinito.
Nota critica:
In Anna Bolena la rianimazione artificiale e tecnologica si sposa decisamente col rinvenire di antichi vissuti e memorie trasfigurate. Il rimando è all’ opera “Anna Bolena” di Gaetano Donizzetti che a sua volta si accordava alla memoria di un vissuto (l’uccisione di Anna da parte di Enrico VIII, sorta di antenato dei contemporanei serial Killer). Qui la valenza è anche sentimentale, di rapporti intimi e perversi, di pathos che possono diventare drammaticamente ridicoli
Assistenza tecnica:
Mauro Magherini
Dimensioni:
cesto di vimini di 70 cm. O, altezza 70 cm. Distanza (dal cesto) e altezza microfono leggermente variabili secondo lo schema compositivo
Voce soprano:
Cristiana Fogli. Registrazione in studio senza orchestra di circa 10 minuti dall’Anna Bolena di Gaetano Donizetti – Atto II, Scena e Aria finale Piangete voi? Al dolce guidami castel natio
Courtesy Daniele Ugolini contemporary
LORENZO PIZZANELLI
Nell’opera Anna Bolena la riflessione è incentrata sul corpo e le memorie tragiche di un vissuto che viene (forse inevitabilmente) ritrascritto dalla cultura, dall’arte e dalla tecnologia. Si vuole rappresentare la storia (nell’occidente cristiano) di sopraffazione dell’uomo sulla donna; ingiustizie arrivate alla violenza istituzionalizzata, come in Enrico VIII° (suo è stato l’ordine di decapitare Anna Bolena – come altre mogli – per alto tradimento), con raccapriccianti analogie ai comportamenti serial Killer.
Il linguaggio artistico utilizzato vuole però sospendere il tragico col suo apparente opposto: l’umorismo, conferito dalla decontestualizzazione del canto lirico con il video delle corde vocali.
Canto e video sono entrambi azionati dallo spettatore/interlocutore di messaggi frammentari. L’interazione coinvolge lo spettatore in un corpo a corpo con l’opera, attraverso la messa in scena di un animismo. Si cerca di restituire uno sguardo magico anche alla contemporanea tecnologia