Lorenzo Pizzanelli, artista e autore multimediale
Questo sito non sarebbe stato possibile senza la preziosa opera di Gemma Cornetti che, in una tesi all’Università di Firenze dell’a.a. 2011-2012 all’interno del C.d.L. in Storia dell’Arte, ha ripercorso con pazienza, tenacia e competenza l’intera vita artistica di Lorenzo Pizzanelli, ricostruendone l’ambiente operativo, i contatti, le letture nonché il più ampio contesto storico-artistico entro il quale si è trovato ad operare.
Strumento indispensabile ai fini della ricerca è stato l’Archivio che Pizzanelli ha lasciato nel suo appartamento di Firenze.
Un insieme di documenti eterogenei, di scritti autografi, di riflessioni, di contatti nonché di riferimenti, a testimoniare ancora che l’artista non è un isolato, ma ha sempre una sua rete di conoscenze, oltre che di letture e di frequentazioni che lo portano a sviluppare il proprio discorso artistico.
Fondamentale la conoscenza diretta delle persone più prossime all’artista, dai familiari ai collaboratori quali Ugogiulio Lurini e Sergio
Licatalosi, ai critici e galleristi che lo hanno sostenuto nel corso della sua carriera o che semplicemente hanno avuto con essa qualche tangenza. Si ricordano a tal proposito Pietro Gaglianò, Silvia Bottinelli, Matteo Chini, Antonio Caronia, Simone Frittelli, Daniele Ugolini e Marco Pierini.
Un contributo sostanziale allo studio su Lorenzo Pizzanelli si deve a Silvana Lonardi, sua madre, fonte ricchissima di nomi, fatti, aneddoti, oltre che testimone seria e diretta dei lavori del figlio. Fondamentale anche la collaborazione di Fariba Ferdosi, compagna e sua collaboratrice dal 2002.
Artista, Autore, Regista multimediale
Il lavoro di Lorenzo Pizzanelli interessa un arco di circa 25 anni, dalla sua prima personale esposizione alla galleria Il Navicello di Pisa (1985), a quando muore, in giovane età, nel settembre del 2010. L’eclettismo caratterizza i suoi lavori, realizzati attraverso linguaggi diversificati.
Nell’analisi della sua opera si è proceduto per gradi, analizzando quelle che sono state le principali fasi del suo lavoro e focalizzando l’attenzione soprattutto sulle opere dalla metà degli anni novanta in poi.
Ad un primo momento, pittorico e figurativo, che risente della formazione accademica, ne segue un secondo in cui Pizzanelli utilizza le moderne tecnologie applicate all’arte.
Le opere degli anni novanta sono soprattutto installazioni:
Trasmissioni (1993-94), Spada nel video (1994), OcchioxOcchio3 (1994-96), Esorcista (1995), Opera4, Omaggio al Buonarroti (1995-1998), Sos-Pesi (1996), Sacrificio (1996), Pinocchio (1997), Anna Bolena (1997), ma anche performance come Icaro:Firenze=Dioniso:X (1998), IoxIo3 (1998-2000).
Interattività e performance dal vivo
Caratteristica ricorrente in queste opere è l’interattività, che diventa sempre più complessa, di volta in volta utilizzata come espediente per riflettere su tematiche quali la riflessione sul corpo e le sue implicazioni dal cyborg all’ingegneria genetica.
Nel caso dell’opera performativa probabilmente più impegnativa di questo decennio ovvero il Museo Trans-Unto (1994), la riflessione si concentra sul concetto di autorialità
e di autorità istituzionale nonché la riflessione sul concetto della trasmissione ai posteri del patrimonio culturale.
Nel decennio successivo esplora le potenzialità della performance e del video in opere quali:
Tele-Transunto (2000), Capolinea FuTurista (2001), Lift Gallery (2002), Visita Guidata ai Fantasmi (2004), Sguardo contemporaneo (2006), Interviste impossibili ai grandi mecenati della storia dell’arte (2007), Museo Invisibile (2002), Moschea (2003), Iconoclast Game (2003-2004), Marinetti4 (2009).
Biografia di Lorenzo Pizzanelli
Lorenzo Pizzanelli è nato a Firenze nel 1969. Dopo il Liceo Artistico nel 1990 consegue il Diploma dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, sezione di pittura. Artista-regista multimediale, dal 2004 collabora alla regia con l’artista iraniana Fariba Ferdosi. A partire dal 2000 ha utilizzato principalmente media legati alle tecnologie
Opere
L’interesse espressivo di Lorenzo Pizzanelli è principalmente rivolto all’interattività tra opera e pubblico. Oltre a installazioni video e interattive, realizza performance in cui, tra l’altro, i ruoli presupposti di autorialità e autorità istituzionali vengono messi in crisi.
Iconoclast Game
L’opera si pone come una riflessione critica sulla stessa storia dell’arte occidentale, quella storia che ha scelto di rappresentare in forma figurativa il Sacro, trasformandosi in una sorta di ricerca affannosa nella personificazione della “Verità”, attraverso giochi di potere tra le stesse icone. Molti i riferimenti al Futurismo e alle avanguardie storiche del ‘900 che vedevano nei musei e nella adorazione della storia istituzionalizzata la morte della creatività.